Ovvero si narra di epiche gesta, di efferati mori, di gloriosi paladini e di amor cortese.
Di umili natali ma forte e coraggioso il giovane Uzeta si invaghì perdutamente della figlia di Federico II, si pose pertanto al servizio del re non risparmiandosi in valore ed abilità. In una commistione di leggende, si narra che allora spadroneggiavano due crudeli gemelli, guerrieri mori tanto efferati quanto bravi nel maneggiar armi ma assassini crudeli di valorosi paladini che tentavano di fermarne l’empietà. I mori risiedevano al Castel Ursino e fu lì che il coraggioso Uzeta li affrontò dopo aver superato fossati popolati di coccodrilli. Nonostante lo svantaggio numerico ne ebbe la meglio liberando la città di Catania. Fiero della sua impresa osò chiedere la mano della figlia del re ma non era nobile. Il re lo fece imprigionare in una delle torri. Ma la cittá insorse in sua difesa memore del suo valore e della bontà d ‘animo ed il re non poté far altro che insignirlo prode cavaliere e dare in sposa la figlia.
La nostra room art è dedicata alla sua leggenda ed al valore dei paladini. Tradizione storica siciliana tramandata con le opere dei Pupi siciliani. Adagiato e stanco ritroviamo fedeli all’iconografia tradizionale il pupo ( una sorta di marionetta ) di Uzeta e distanti i pupi dei mori con accanto le teste dei paladini sconfitti.
L’iconografia di Uzeta lo Rappresenta appunto protetto da una corazza che da cui trae ispirazione l’installazione in cuoio ed ottone sul letto che ne raffigura l’ armatura sovrastata sul soffitto dalle sue armi, da un lampadario / clava e dalle sue lance infisse sui muri , con le quali affronta i coccodrilli idealizzati in ceramica bianca e i mori con l’opera di Gaetano Pesce , il Piede del 1969, scultura/sedia che precorreva i tempi fino ad arrivare nel 2014 ad avere l onore di essere rappresentata al Moca di Los Angeles. L’ installazione in ferro e vetro rappresenta la sua prigione dal quale riceveva il conforto del popolo che ne depose l’elmo brunito e martellato facendone un lavabo. Nel turbinio della caduta a pioggia con cascata d’acqua ove le sfumature cromatiche sfumano le cementine ottocentesche e sembra ancora di scorgere Uzeta che tiene per mano la sua Bella.