Si prosegue per la straordinaria riviera dei ciclopi idealizzata nella suggestione di Aci e Galatea. Si entra nella mitologia osservati dal lampadario/occhio di Polifemo caratterizzato dal suo variare cromatico per l’inquietudine del suo stato d’animo alternante tra il folle odio per il pastorello Aci e l’amore per la ninfa Galatea. Un costrutto immaginifico ove tra antiche catene di sostegno che legano fra loro gli amanti, e, tra letti Queen Size che invocano e si dannano del loro perpetuo esser separati ma uniti, sembra quasi di sentire, tra brusii e sospiri, attraverso un auricolare in ottone ed il vicino periscopio, la rauca voce di Polifemo che emerge dal mercato sottostante. Ed é un attimo, un immaginifico sibilo del macigno che schiaccia il giovane Aci e che riemerge trasformato in un corso d’acqua, visione che si coglie nell’installazione di specchi abbracciata alla metamorfosi della ninfa Galatea in un’eterna rappresentazione del loro restare uniti. Respiriamo la loro unione nell’abbraccio di bagioux in ottone e nell’intreccio dei loro cavi, osservati da comodini dall’ampolloso occhio vitreo. Si prosegue nell’itinerario di Aci ormai trasformato nel fiume, da cui prendono nome i paesi della riviera che prosegue, tra le ceramiche di nuotatori, all’interno dello spazio del bagno tra onde di cementine, rubinetti a stelo e suggestive colonne docce, nel solare bianco della riviera d’estate.