Si coglie l’esoterismo del mago Eliodoro che in una surreale atmosfera anni sessanta ci trasporta nel suo immaginifico. Cultore di arti oscure e di allegre burle. Egli entra nella storia di Catania a dorso del suo elefante “u liotru”, simbolo della città, con la quale intreccia un rapporto di odio e amore, oggi salvandola, domani ingannandola. Il nostro cantastorie ci narra del suo magico elefante, il cui dorso è rappresentato da una parete in ceramica di Caltagirone, opera del maestro A. Iudici.
Tra comodini vintage e ricurve lampade che ne visualizzano zanne e proboscide, si entra nel suo mondo fatato, dalla visione del lampadario “sputnik”, con le sue stroboscopiche proiezioni, attraverso la piantana a canne d’organo, a ricordare le sue burle al clero, sino all’immaginifica installazione d’arte, rappresentazione dei suoi miraggi e inganni, ove verità e bugie, così come bagliori e riflessi, si inseguono e si nascondono, per trovare infine serenità nella fuga come vuole la leggenda in un getto di pioggia illuminata dalla luna.