Racconta Catania – Villa Scabrosa

A seguito dell’eruzione vulcanica del 1669, che devastò e seppellì decine di centri abitati giungendo fino al mare, si crearono strane formazioni laviche. Una in particolare, per la sua originalità, interessò il Principe Ignazio di Biscari, figura di grande importanza per la città di Catania.
Questa aveva, infatti, la forma di un’immensa conca, all’interno della quale scorreva una vena d’acqua che si perdeva poi tra le sabbie della spiaggia poco distante. Il Principe riuscì ad ottenere un particolare permesso per costruirvi un giardino: il piccolo fiume venne deviato e finì per riempire la conca che diventava un meraviglioso laghetto dall’aspetto molto pittoresco, tutto intorno vennero piantati alberi di ogni genere.
La fine dei lavori segnò la nascita di Villa Scabrosa, un luogo solitario, dall’atmosfera romantica, che divenne ben presto meta e rifugio di tutta la nobiltà catanese, una vera e propria oasi nel tetro deserto di lava lasciato dall’eruzione. Villa Scabrosa rappresentò per la città di Catania un simbolo di riscossa tenace e di volontà a non piegarsi alla furia devastante del vulcano.
Nonostante ciò, la Villa non ebbe una vita lunga e felice poiché scenario di furtivi incontri e di amori proibiti tra nobili fanciulle e ricchi signori in cerca di distrazioni. Inoltre, i cittadini catanesi si convinsero che le grandi vasche della villa erano in realtà la causa delle continue malattie e delle morti avvenute nella zona.
Fu così che, nel 1786, dopo la scomparsa di Ignazio di Biscari, la villa venne completamente abbandonata e l’intera aerea divenne luogo adibito alla semina. Quel luogo che diede tanto scandalo, forse proprio da questo il suo nome, è oggi un ricordo quasi del tutto dimenticato; unica testimonianza la Via Villa Scabrosa nei pressi della Playa e alcune rappresentazioni pittoriche.