Il Ratto di Proserpina: dal mito all’art room

Il Ratto di Proserpina_ dal mito all’art room

Il ratto di Proserpina è un mito tra i più celebri della tradizione pagana siciliana, ritratto pertanto in diverse e pregevoli opere d’arte come il gruppo scultoreo del Bernini e la fontana monumentale posta in posizione laterale alla Stazione Centrale di Catania. Il ratto si realizzò sul lago di Pergusa, nelle vicinanze di Enna.

Dal racconto del celebre poeta Claudiano, Plutone, re degli inferi, deciso a visitare la terra, emerse nei pressi di Enna, sui Monti Erei nel centro della Sicilia, e scorse Proserpina, figlia della dea Cerere, tra le tante fanciulle intente a cogliere fiori sulle rive del lago di Pergusa. Dal racconto che ne fa Strabone, che riporta Proclo, l’episodio del ratto si realizzò sul lido di Hipponion, sul mare Tirreno, dove il pirata Plutone arrivò dalla Sicilia e rapì Proserpina.
Cerere, madre di Proserpina e dea dell’Olimpo, fu disperata alla notizia della scomparsa della figlia, e invocò l’aiuto di Giove, re di tutti gli dei, per aiutarla a ritrovare la bella Proserpina.
I succosi chicchi di melograno legarono Proserpina all’Ade per sempre. Zeus, tuttavia, mosso a compassione, fece sì che Proserpina potesse trascorrere sei mesi ogni anno insieme alla madre (sarebbero l’estate e la primavera), e che i sei mesi restanti vivesse insieme a Plutone (ovvero autunno e inverno): è proprio al mito di Proserpina e all’ira di Cerere, infatti, che si fa risalire l’alternanza delle stagioni.

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La rappresentazione del mito all’interno dell’art market living boutique di Catania, Asmundo di Gisira

I misteri eleusini erano tra le cerimonie più suggestive e rappresentative dell’antica Grecia, in essi si rappresentava il mito più significativo di Proserpina.
Proserpina, bellissima figlia di Demetra, mentre si trovava estasiata ad ammirare Narciso alle pendici dell’Etna, con il vulcano che terribile e maestoso eruttava lava non si accorse dell’arrivo di Ade, su un carro d’oro trainato da bianche cavalle che estasiato dalla sua bellezza la rapisce e la porta con se negli inferi. La fa sua accogliendola con il cibo dell’oltretomba : il melograno. Ma in superficie sua madre Cerere la cerca e la piange disperata al punto da riuscire a convincere Giove a farla tornare. Ma Proserpina aveva già mangiato il melograno e non poteva più risiedere tra i vivi, Giove decise allora che per quattro mesi l’anno sarebbe stata la moglie di Ade e nel restante periodo sarebbe risalita in superficie da Demetra, La Madre Terra.
L’art room rappresenta pertanto la rinascita della primavera, il perenne risvegliarsi della terra e del suoi sgorgare di vita.
É già dall’ingresso si viene accolti da una luna piena, globo di luce, simbolo dell equinozio di Primavera. Sulla parete del bagno una installazione di ceramiche del maestro Iudici a geometria frattalica che ci ricorda il ripetersi sempre uguale ma sempre diverso della primavera. E sopra stipiti lignei, tripudio di colori primaverili un affresco che ricorda come la Sicilia fosse il granaio del mediterraneo.Ove la luce proviene sempre da globi di luce attorniati da riverberi dorati che ricordano come la luna sia propriziatoria alle messe dorate del grano di primavera.
Ed ecco che la stanza da letto si apre con l’installazione simbolica di un granaio, dei suoi covoni rappresentati in opere lignee sempre sotto stipiti lignei con i colori della primavera di tre cento anni e la rappresentazione in stile liberty di un affresco sul tetto del mito di Proserpina, che dall’alto guarda estasiata un tavolino di specchio che le ricorda Narciso ( ma questa é una altra storia ), sorretta dal moto dei pianeti e dell’alternarsi delle stagioni. Ma é dal terrazzo della art room tra opere in terracotta di artigiani siciliani e piante caratteristiche della macchia mediterranea che si gode in pieno della rinascita della primavera sotto il vulcano.